RESILIENZA

Cos’è la resilienza?

La resilienza è un termine che era sconosciuto fino a qualche tempo fa mentre adesso è entrato nelle nostre comunicazioni ed è diventata la qualità più preziosa che abbiamo.

La resilienza è un concetto preso dalla fisica e dalla metallurgia e indica la capacità di alcuni metalli di resistere ad alcuni trattamenti senza spezzarsi. Alcuni materiali infatti riescono ad assorbire un URTO SENZA ROMPERSI.

Dalla fisica si è passati alla psicologia definendo resilienza la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico; il saper riorganizzare positivamente la propria vita rimanendo sempre se stessi e anzi proprio attraverso il superamento dei momenti difficili, riuscire a diventare persone migliori.

Molte persone confondono la resilienza con altre caratteristiche quali la determinazione, la forza di volontà, la caparbietà, la capacità di raggiungere un obiettivo. Sono concetti molto diversi. La resilienza è molto diversa dalla forza.

 “Non è il più forte che sopravvive,

          né il più intelligente ma il più aperto al cambiamento”.

                                                                            Charles Darwin

Essere resilienti significa essere FLESSIBILI ed APERTI al cambiamento. Significa essere ADATTABILI a ciò che ci accade. Ha a che fare con la trasformazione e l’evoluzione.

 

Cosa significa essere resilienti?

 Essere resilienti non significa: non essere più tristi, non abbattersi più, non avere momenti di sofferenza, di dubbio o di scoraggiamento. Non sarebbe umano. La vita ha anche questi momenti. Per TUTTI. NESSUNO ESCLUSO.

La differenza la fa la durata. Le persone resilienti sono quelle che escono dai  traumi in un tempo breve e utilizzano i loro traumi per trasformarli in qualcosa di vantaggioso. Per quanto tempo PERMETTIAMO AGLI EVENTI DI CONDIZIONARCI?

Conosco persone che dopo 10 anni dal divorzio non si sono ancora riprese. Così come conosco persone in pensione che rimpiangono a distanza di anni la vita di quando lavoravano o quando abitavano in un altro luogo. Quante persone non si riprendono più dopo la perdita di un loro caro? Quanto ci costa rimanere ancorati al passato in termini di energia, di risorse, di tempo. IN TERMINI DI VITA. QUANTI ANNI DI VITA BUTTIAMO VIA SENZA REAGIRE, SENZA RITORNARE AD ESSERE I CAPITANI DELLA NOSTRA ESISTENZA, SENZA RIPRENDERCI LA FELICITA’ CHE MERITIAMO?

Essere resilienti significa saper ACCORCIARE I TEMPI DI REAZIONE. Significa gestire la tristezza e non esserne gestiti. Gestire il dolore e non farsi gestire dal dolore. C’è una grande differenza.

Se hai perso una persona cara, questa persona non tornerà. Se ti sei separato la tua vita matrimoniale precedente non tornerà così come la vita lavorativa che facevi prima, se adesso sei in pensione. Ma ciò che puoi GOVERNARE è la tua percezione personale di ciò che vivi. Puoi imparare degli strumenti per accorciare i tempi di sofferenza e anzi utilizzare il tuo DOLORE COME LEVA.

Molte persone non sanno che la leva del dolore E’ MOLTO PIU’ POTENTE della leva del piacere.

Se ad esempio non ti trovi molto bene nell’ambito lavorativo dove sei adesso e ti piacerebbe cambiare, la spinta a cercare un lavoro migliore non è troppo forte. Almeno non così forte da costringerti ad agire in un tempo immediato. Solo se perdi il lavoro allora, per evitare il dolore e il problema di non avere un reddito, ti attivi per trovarne uno nuovo. A volte le persone rimangono degli anni in un luogo che non le gratifica senza avere la motivazione sufficiente a trovare qualcosa che dia loro più piacere, poi quando vengono licenziate riescono a trovare un’altra occupazione migliore nel giro di poco tempo. Ho sentito spesso frasi: ”Il licenziamento è stata una fortuna”. “o che in questo tempo di crisi parlare di questo può sembrarti assurdo ma spesso succede. La stessa cosa nelle relazioni personali. Ci sono rapporti che si trascinano per anni, senza che nessuno dei due faccia nulla perché tutto sommato “si va avanti”. Poi succede qualcosa, un evento forte per cui ci si lascia e le vite cambiano e le persone spesso dicono: “ Meglio così. Adesso sto meglio. Non so perché non ci siamo lasciati prima”. A volte si perdono degli anni, vivendo una vita mediocre solo perché la spinta a volere il meglio è troppo debole. E’ il dolore la spinta più forte, il vero acceleratore del cambiamento. Per cui se stai vivendo in questo momento una situazione che devi allontanare da te, un dolore che devi evitare, sappi che hai dentro di te una forza che in altri periodi della vita non hai.

Paradossalmente questa forza è oggi la tua più grande fortuna perché ti permette, di avvicinarti maggiormente a ciò che può essere un nuovo inizio, una svolta.

Ti può sembrare incredibile ma potrebbe arrivare un giorno in cui dirai: “Grazie a quel tempo, a quel dolore, a quella situazione così drammatica sono diventato la persona che sono oggi”.

Bisogna però imparare ad USARE IL DOLORE COME LEVA.